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Une critique sympa de l'expo Jazz-Faces sur la page culture 94 “Le Parisien” article parisien

 

 

 

 

 

Hi everyone! Recently Pascal had an interview with an online magazine “Jazzcolours” à propos de sa peinture!!

Pascal Martos

il realismo visionario del jazz

di Marco Maimeri
>>English version is here

I suoi ritratti sono figli dell’iperrealismo di Vallejo e Siudmak
come della passione per groove, fusion e contaminazioni varie.
Pone la sua esperienza d’artista al servizio del jazz, mostrandone
i protagonisti e le sensazioni che ne accompagnano l’ascolto.
Le sue opere più intriganti contrappongono musicisti e strumenti,
evocando spesso riferimenti a storie ed oggetti di vita vissuta.

[Q1] Partiamo dalla mostra “Mars En Jazz” prevista a marzo nella tua città, Maisons-Alfort. Quali differenze ci saranno rispetto alle precedenti e quali nuove opere esporrai?

Sarà simile alle altre. Dominique Edmond, direttrice della sezione musicale della mediateca di Maisons-Alfort, mi ha chiesto di portare tutti i quadri, non solo quelli jazz. Ci saranno ritratti di Miles Davis come di Marvin Gaye o Prince, per un totale di 40 tele e 10 istantanee di miei dipinti, realizzate dall’amico, attore e fotografo Jean-Claude Bourbault e scattate in vari posti di Parigi legati ai quadri e ai loro
soggetti. Dato poi che continuo a dipingere, conterrà sicuramente opere nuove. Il pezzo forte sarà il tributo a “Bitches Brew” di Miles Davis fatto di recente.

[Q2] “Miles Davis 2” celebra sia la svolta fusion-jazz del protagonista sia l’arte di Mati Klarwein, illustratore dell’Lp di “Bitches Brew”. Che rapporto hai con la musica e la cover di quell’album?

La copertina di “Bitches Brew” mi ha sempre stupito. È perfetta. Ne amo colori, stile e composizione. Mati Klarwein ne ha fatte altre ma questa è la mia preferita. E poi che musica! La prima volta che l’ascoltai, negli anni ’80, quando iniziai a sentire jazz, fu uno choc. Non ci capii nulla. Provai ancora e ogni volta che mettevo quel disco la musica mi penetrava sempre più e alla fine mi ha catturato! Iniziai a comprare Lp fusion-jazz di altri musicisti. Miles mi aveva aperto un mondo. Di recente ho letto la sua biografia scritta da George Cole e focalizzata sul periodo elettrico, “The Last Miles”, e ho capito cosa lo spinse a cambiare. Ho pensato che fosse tempo di dare indietro la mia arte a “Bitches Brew” per pagare tributo a Miles e Mati, evidenziando alcuni momenti importanti della vita di Miles. Ho usato la simmetria e gli sfondi del dipinto di Mati: una tempesta sull’oceano e il cielo stellato di notte. Ho ritratto Miles metà giovane e metà vecchio, disegnato dalla sua stessa mano, perché era lui a decidere la direzione. Ho dipinto Juliette Greco nascosta da un papavero perché lui era così triste quando la lasciò per tornare in America che ricadde nell’uso di droghe pesanti. Da allora la tempesta invase la sua vita. Dall’altra parte, nascosta
da una chitarra/tromba, c’è Betty Mabry (Davis), la seconda moglie, che lo influenzò molto nella svolta elettrica. Ho disegnato poi alcune luci, per l’amore verso il palco e la boxe, e la sigaretta, perché era sempre presente nella sua vita. Ho lavorato al quadro ascoltando “Bitches Brew” e questo mi ha aiutato ad infondervi l’amore per Miles e la sua musica.

[Q3] Come nascono di solito i tuoi dipinti e quali sono le principali fonti cui ti ispiri?

L’idea per un quadro mi viene spesso dopo aver ascoltato musica. Un pezzo nuovo o uno dimenticato. A volte è innescata da un concerto che mi sta emozionando o mi ha profondamente commosso. “Trombone Shorty” è nato proprio dopo averlo visto suonare sul palco per la prima volta. Aveva tanta energia e talento. È stato fantastico: avevo bisogno di dipingere ciò che avevo provato.

[Q4]Dai ritratti che realizzi si capisce che sei un vero appassionato di musica. Com’è nato l’amore?

Vengo da una famiglia spagnola e i miei primi ricordi sono la musica cubana suonata da Antonio Machin che mio nonno Manolo soleva ascoltare, così come il Golden Gate Quartet e Sidney Bechet. È stato lui ad introdurmi al “groove”. Poi, intorno ai 10 anni, mi
sono spostato verso rock e soul: amavo Carlos Santana e la sua combinazione di rock e ritmi sudamericani. Poi vennero il funk e le sezioni fiati: Earth Wind & Fire, James Brown, Commodores, Kool & The Gang. Ho scoperto grandi musicisti e ho iniziato a leggere i crediti sugli Lp e quando un artista che conoscevo suonava da solo su un album, lo ascoltavo. Il jazz venne negli anni ’80: andavo all’università e nei negozi c’erano Miles Davis, Herbie Hancock, Wayne Shorter e George Benson.

[Q5] Chi erano i tuoi maestri ed ispiratori quando iniziasti a fare ritratti, nudi e altre figure e in che modo questo background ti ha aiutato a sviluppare un tuo stile anche su temi musicali?

A scuola apprezzavo i grandi maestri come Michelangelo, Caravaggio o David. C’erano foto di loro opere sul mio libro di storia ed io le ammiravo. Volevo disegnare come loro un giorno — e ancora ci provo. Da ragazzo ho scoperto gli artisti iperrealisti
come Boris Vallejo o Wojtek Siudmak. Ho lavorato da autodidatta per rendere sempre più veritieri e realistici i miei ritratti, migliorando la tecnica di lavoro con gli acrilici a partire dalle immagini che trovavo sulle riviste. Ora che faccio mostre, uso tutte le tecniche acquisite per ritrarre musicisti.

[Q6] I jazzisti che ritrai sono rari da trovare nelle gallerie di altri artisti. Come scegli i soggetti da dipingere?
È solo questione di gusti o anche di incontri e concerti cui assisti come spettatore?

Di fatto il soggetto è scelto seguendo entrambe le motivazioni. Quando non lavoro su commissione, dipingo solamente i musicisti che amo ascoltare e, in effetti, alcuni di loro non sono ritratti tanto spesso. All’inizio cerco di trovare una fotografia esente da
diritti d’autore da utilizzare come modello. Poi penso a qualcosa circa il musicista da raccontare sulla tela o cerco di esprimere qualcosa che ho provato vedendolo esibirsi sul palco. Dopodiché metto la sua musica e attacco facendo uno schizzo su carta per avere un’idea delle dimensioni che più o meno avrà l’opera. Poi passo a fare un bozzetto su tela più preciso in bianco e nero. Infine, metto su quel disegno
uno strato di gesso che mi permetta comunque di vederlo e comincio ad utilizzare i colori acrilici: è il modo più semplice che ho a disposizione.

[Q7] Vivi nei pressi di Parigi, città splendida quanto a cultura, musica e performance live, frequenti spesso concerti di artisti europei ed americani, eppure non ritrai mai musicisti francesi: perché?

Non è una domanda facile. Naturalmente conosco alcuni musicisti francesi eppure questa cosa è difficile da spiegare: forse è dovuta al fatto che ho sempre ascoltato artisti americani e inglesi e su questi ho costruito le fondamenta della mia cultura musicale. Forse è anche un modo di viaggiare nella loro terra — non sono mai stato negli Stati Uniti — ed evadere dalla mia. Ad essere onesti, infatti, ho
un amico che è un grande bassista francese, Chyco Simeon e ho anche un suo ritratto nella mia galleria, ma c’è da dire che anche lui ha radici nelle Indie occidentali!

[Q8]In conclusione, cosa puoi raccontare dei ritratti che realizzi contrapponendo un artista e il suo strumento, come in “Candy Dulfer”, “Esperanza Spalding” e “Hiromi Uehara”, o due musicisti diversi, per esempio in “John Lennon & Herbie Hancock”, “Lalah & Donny Hathaway” e “M3”?

Il primo ritratto “metà e metà” che ho fatto in assoluto è stato “M3” con Miles Davis/Marcus Miller. L’ho dipinto appena ho saputo che Miller stava per andare in tour con “Tutu Revisited”. Ho amato quell’album e adoro entrambi questi artisti. Volevo rappresentare un’unica anima in una sola faccia, combinando i due personaggi. Terminato il disegno preparatorio, però, avevo paura del risultato, eppure
alla fine, a quadro concluso, è venuto fuori qualcosa che alla gente è piaciuto moltissimo. Ora quel ritratto lo possiede proprio Marcus Miller. Ho trovato innovativo dividere una tela in due parti presentando l’artista e il suo strumento, così ho realizzato il quadro di Esperanza Spalding e ci ho lavorato ancora. Fino a farne altri. Forse troppi. Penso di aver raggiunto il limite per questo concetto. Ora, infatti, sto tornando a composizioni decisamente più classiche.


Voici la version Française de l'interview:

Interview with Pascal Martos

[Q1] To start with your next show “Mars en Jazz”, scheduled in March 2012 in your town, Maisons-Alfort. Quelles différences il y aura par rapport aux précédentes, et qu'allez vous exposer? De plus est-il vrai que vous vous préparez de nouvelles & toiles pour cette exposition?

Well, Je pense que cette exposition sera dans la même veine que la précédente. Mrs Dominique EDMOND (responsable de la section musicale de la médiathèque de Maisons-Alfort) avec qui je vais travailler, souhaitait me faire exposer toutes sortes de peintures et pas uniquement sur le "Jazz" . Il y aura donc des portraits de Miles Davis ainsi que Marvin Gaye ou Prince pour cette exposition. Au total un ensemble de 40 canvas and 10 photos des portraits dans différents endroits de Paris seront exposées à la Médiathèque. Les photographies ont été prises par mon ami, the french actor and photographer Jean Claude BOURBAULT. Nous sommes allés dans Paris, dans des lieux liés à certaines peintures et leur sujet, pour la prise des clichés.
Comme je peins régulièrement, il y aura bien sûr de nouvelles toiles pour cet exposition. Il y aura notamment une toile spécialement réalisée pour la prochaine expo "Mars en Jazz" : Un hommage à Miles Davis inspiré par la couverture du disque Bitches Brew.

 

[Q2] Among your new works, il y a donc cette toile sur Miles Davis qui rend hommage à la fois à son passage au jazz-fusion et à l'artiste Mati Klarwein qui a peint l'illustration “Bitches Brew” pour la pochette du LP. Quelle relation entretenez-vous avec vos albums préférés et comment leur musique (et leur pochette aussi ) vous aident dans la réalisation d'un “bon” portrait?

Aussi loin que je me souvienne de toutes les pochette de CD de Miles , celle de Bitches Brew m'a toujours étonnée visuellement. C'est d'une beauté parfaite pour moi. I love the colours, the style, la composition, tout ce qu'il y a dedans. Mati Klarwein en a réalisé beaucoup d'autres, mais celle là a toujours été ma préférée. Et la musique ... Oh la vache!!! La première fois que je l'ai écoutée c'était dans les années 80 ,when I began to listen to jazz music, and It was a choc : Je n'ai absolument pas compris cette musique ... Mais j'ai essayé de nouveau et chaque fois que j'écoutais le disque cette musique m'a pénétré plus en plus et il est devenu mon préféré: I was hooked! Et puis j'ai commencé à acheter des disques de jazz fusion d'autres musiciens. Miles m'a fait découvrir à un nouveau style de musique jazz. J'ai lu récemment une bio de Miles écrite par M. George Cole centrée sur la partie électrique de sa musique "The Last Miles" , et j'ai compris ce qui l'a poussé à ces changements dans son évolution musicale. J'ai donc pensé qu'il était temps de rendre hommage à "Bitches Brew" de Miles ainsi qu'a Mati sous forme d'une toile, racontant des moments importants dans la vie de Miles, et en particulier le "virage électrique". J'ai choisi d'utiliser la symétrie de la peinture de Mati avec les mêmes fonds: A storm on the ocean and the night sky with stars. J'ai représenté le visage de Miles mi jeune, mi vieux, dessiné par sa propre main, parce que cet homme décidait de ce qu'il voulait musicalement comme il le voulait. J'ai peint Juliette Greco cachée derrière la fleur de pavot, parce qu'il était si bouleversé de la quitter quand il revint aux États-Unis, qu'il est plongé à nouveau dans l'usage des drogues dures. La tempête (représentée sur la mer) a ensuite commencé à se produire dans sa vie ... De l'autre côté, cachée derrière la trompette/guitare électrique , on trouve Betty Mabry (Davis) sa 2ème femme, qui l'a beaucoup influencé pour son passage vers la musique électrique. Puis il y a quelques projecteurs pour son amour de la scène et pour son amour de la boxe aussi. La cigarette est aussi là parce que je pense qu'elle était toujours là dans sa vie ... j'ai écouté le CD de "Bitches Brew" à chaque fois que j'ai travaillé sur cette peinture et il m'a beaucoup aidé à mettre tout mon amour pour Miles et sa musique sur cette toile ....

 

[Q3] Comment vos tableaux viennent généralement à la vie et quelles sont vos principales sources d'inspiration?

The idea of a painting, vient souvent après avoir écouté de la musique. Un air nouveau ou un ancien que j'ai oublié. Parfois, c'est est déclenché par un spectacle à venir qui m'excite , or after one concert when I’ve been deeply moved. For example: la toile "Trombone Shorty" a été réalisée juste après la première fois que je l'ai vu sur scène .... Tant d'énergie, de talent .... Il était génial et j'ai eu besoin de montrer ce que j'ai ressenti en faisant une peinture.

 

[Q4] Looking at the portraits of great Jazz & musiciens Jazz ou Soul que vous avez réalisé, il est clair que vous êtes un vrai fan de musique. Comment est venue cette passion et qu'est-ce que vous a poussé à la mêler avec votre talent artistique?

Autant que je me souvienne, j'ai toujours aimé la musique. Issu d'une famille espagnole mes premiers souvenirs de musique sont de la musique cubaine d'Antonio Machin que mon grand-père, Manolo, écoutait souvent, as well as the Golden Gate Quartet and Sidney Bechet : Il a été en quelque sorte celui qui m'a initié au «groove». Then I switched to Rock Music and Soul Music as I was around 10 ans: J'ai aimé Carlos Santana en particulier qui alliait musique rock et rythmes sud-américains. Puis vint le Funk et j'ai découvert les sections de cuivres de : Earth Wind & Fire, James Brown, The Comodores, Kool & The Gang et beaucoup d'autres: J'ai découvert beaucoup de grands musiciens et j'ai commencé à lire les crédits sur les disques et quand un musicien que je connaissais sortait un album solo, Je l'écoutais. Since then, J'ai acheté de nombreux albums solo et j'ai découvert beaucoup de de musiciens Jazz et Funk.
Le jazz est venu plutôt dans les années 80 quand j'étais à l'université et que j'avais le temps de traîner dans les magasins de musique: Miles Davis, Herbie Hancok, Wayne Shorter, George Benson, and so on…

 

[Q5] Who were your masters and inspirers when you began to paint portraits, des nus et d'autres figures et de quelle manière cette base vous a aidée à développer un style personnel sur des thèmes musicaux?

Tout gamin à l'école j'ai toujours admiré de grands maîtres comme Michel-Ange, Le Caravage ou David. Il y avait des photos de leurs peintures dans mon livre d'histoire et je les ai tout de suite admirées. Je voulais être en mesure de dessiner comme ça un jour (Et je cherche toujours ...) Adolescent j'ai découvert des artistes hyperréalistes comme Boris Vallejo ou Wojtek Siudmak . J'ai beaucoup travaillé en auto-didacte pour réaliser des portraits de plus en plus réalistes et améliorer ma technique de travail sur l'acrylique à partir d'images que je trouvais dans les magazines. Alors maintenant que j'ai la chance de pouvoir exposer, J'essaie de mettre tous cette technique, acquise au fil des années, dans mes portraits de musiciens.

 

[Q6] Les musiciens que vous peignez sont rares à trouver dans une autre galerie d'artiste de jazz. How do you choose the subjects to paint? Est-ce juste une question de goûts musicaux ou est-ce aussi dû à des rencontres occasionnelles ou des concerts, which you participate as a guest or a spectator?

Le sujet est choisi pour les deux raisons en fait. Lorsque je ne travaille pas sur commande, Je peins juste les musiciens que j'aime écouter et certains ne sont pas trouvables peints par d'autres en effet. J'essaie de dénicher une image libre de tout droit (quand c'est possible) pour avoir un modèle modèle. Ensuite, je pense à quelque chose à raconter au sujet du musicien sur la toile ou à exprimer quelque chose j'ai ressenti en le voyant sur scène. J'écoute sa musique sur ce et je commence par un croquis sur papier pour avoir une idée de la taille de cadre dont je vais avoir besoin. Puis-je passe sur toile faisant un dessin préparatoire en noir & blanc plus précis. Enfin, je mets une couche de gesso sur ce dessin qui me permette de le voir encore puis je commence à utiliser les couleurs acryliques: C'est comme ça que je fais, tout simplement.

 

[Q7] Vivant en France, near Paris, a wonderful city as to culture, la musique et les spectacles, J'imagine que vous assistez souvent à des concerts live de musiciens européens et américains, n'est ce pas? Je me demande pourquoi il n'y a pas de musiciens français dans vos portraits ? Maybe you prefer the American Jazz scene or that of other European countries rather than the French Jazz scene? If so, pour quelle raison?

Ouaip, Vous m'avez pris en défaut et vous n'êtes pas le premier à me poser cette question ... lol .... Mais j'écoute et connais certains musiciens français bien sûr ... C'est dur à expliquer, mais c'est peut-être juste parce que j'ai toujours écouté des artistes américains et anglais, et qu'ils ont construit les fondations de ma culture musicale : singers or musicians….Maybe it’s just a way for me to travel in their country (Je ne suis jamais allé aux Etats-Unis) et de m'évader du mien ... J'ai un ami qui est un grand bassiste français : Chyco Simeon (You should listen to his music a mix of jazz & et de rythmes caraibéens) Et vous trouverez cependant son portrait dans ma galerie…Mais il a des racines Antillaises…Hé! Hé!

 

[Q8] To finish with, Que pourriez-vous nous dire sur les portraits vous avez réalisé représentant pour moitié un musicien et pour autre moitié son instrument (Candy Dulfer, Esperanza Spalding, Hiromi Uehara) mais aussi deux musiciens différents (John Lennon & Herbie Hancock, Lalah & Donny Hathaway, M3)? Comment cette idée vous est venue et de quelle manière l'avez-vous mise en oeuvre?

Le premier portrait moitié / moitié que j'ai fait était le "M3" moitié Miles Davis /moitié Marcus Miller. Je l'ai fait quand j'ai su que Marcus Miller était sur le point de tourner avec son show «Tutu Revisited» . J'ai tellement adoré l'album original et j'adore ces deux artistes. Je voulais montrer une seule âme combinée en seul visage avec les deux personnages. J'avais peur du résultat final quand j'ai fini le dessin préparatoire….Mais finalement c'est devenu une toile que les gens aimaient beaucoup une fois réalisée.C'est Marcus Miller qui la possède maintenant…J'ai pensé alors qu'il serait cool de partager une toile en deux parties présentant l'artiste et son instrument, alors j'ai fait la toile d'Esperanza et ça a marché à nouveau…J'en ai donc fait quelques autres…Maybe too much…I think I’ve reach the limit of that concept…For now I’m coming back to much more classical compositions.

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